Centenario del Partito Popolare

L’appello di don Sturzo – il testo originale

Angelo Panebianco- Corriere della Sera 20 gennaio

Le commemorazioni – Avvenire 19 gennaio pag. 3

 

Commemorazione in Parlamento – POPOLARI. OGGI   da don Sturzo al nuovo millennio

TV2000 – Canale 28

Serata speciale: Alcide De Gasperi. Il racconto esclusivo della figlia Maria Romana

Sabato 26 gennaio

Alle 21.15 Le parole che hanno cambiato il mondoAlle 22.15 Mio padre, Alcide De Gasperi
Cento anni fa nasceva un’esperienza politica, culturale e umana fondamentale per la storia dell’Italia: con l’appello ai ‘liberi e forti’ il 18 gennaio del 1919 don Sturzo dava vita al Partito Popolare. A lungo clandestino durante il regime fascista, rappresenta il rinnovato impegno dei cattolici a partecipare attivamente al bene comune, sulla base della dottrina sociale della Chiesa. Alcide De Gasperi c’era, ne è stato il primo segretario dopo l’amico sacerdote e tutta la sua vita di statista vive di quell’impeto, di quella purezza ideale. De Gasperi, che tutti rimpiangono e citano, di qualunque partito; De Gasperi, primo Presidente del Consiglio della Repubblica Italiana, tra i padri dell’Europa. Un uomo è la sua storia, la sua famiglia, i suoi affetti. Un uomo grande lo si vede nel particolare, nelle piccole cose quotidiane, negli aneddoti che lo ritraggono intimamente e danno la cifra della sua personalità. È la figlia Maria Romana, testimone instancabile, accanto al padre in tutte le svolte del suo impegno, a raccontarlo: lei bambina, con il papà in prigionia, l’amore mirabile tra i genitori, la semplicità, il fascino per la natura, la fede, mai sbandierata, ma posta a sostegno di ogni azione e parola. Ne tratteggia lo stile, il coraggio, con il ricordo delle passeggiate in montagna, o del viaggio in America che diede inizio alla ricostruzione. Maria Romana con eleganza e tenerezza dialoga con suo padre, che risponde attraverso gli sguardi di tante immagini private; attraverso le sue lettere, i suoi scritti alla famiglia, resi vivi dalla voce intensa dell’attore Alfonso Veneroso sullo sfondo della sua Val di Sella, suo rifugio e luogo del cuore. Un omaggio a un gigante della storia, ma con il pensiero al futuro.

Avvenire – 13 gennaio – la politica per don Sturzo

 

Riflessioni del Vice Segretario Bonalberti  – Più che la maledizione la stupidità degli eredi

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